INTERESSAMENTO
CARDIOVASCOLARE NELLE MALATTIE REUMATICHE
Dr.
Matteo Filippini - Reumatologia Spedali Civili Brescia
ARTRITE
REUMATOIDE
Il rischio di aterosclerosi è triplicato rispetto ad un soggetto
normale e correla con l’entità e la durata del processo infiammatorio
sottostante (una diagnosi di Artrite Reumatoide rappresenta un fattore
di rischio al pari di una diagnosi di diabete mellito). Farmaci in grado
di spegnere l’infiammazione (valutare gli indici di flogosi e, in
particolar modo, il valore di PCR), compresi i farmaci biologici anti-TNF,
possono ridurre tale rischio e migliorare la compliance dei vasi arteriosi.
Il rischio di scompenso cardiaco (sia sistolica che diastolica) è
aumentato, anche se il corretto meccanismo non è noto. La cardiopatia
ischemica rappresenta certamente il motivo principale di scompenso, a
causa di un aumentata diatesi aterosclerotica. Non si registrano anomalie
del ritmo cardiaco, con frequenza statisticamente diversa rispetto alla
popolazione sana. Le valvulopatie sono rare; tra queste prevale nettamente
l’insufficienza mitralica. Rara la pericardite.
LUPUS ERITEMATOSO SISTEMICO
Per quanto concerne il rischio di aterosclerosi e cardiopatia ischemica
vale quanto già affermato per l’Artrite Reumatoide, anche
se la positività degli anticorpi anti-fosfolipidi (37% dei pazienti
con LES) può ulteriormente accrescere tale rischio. Una disfunzione
miocardica può dipendere sia da fattori esterni (insufficienza
renale, ipertensione etc), che da una compromissione primitivamente miocardica
(meccanismo non noto). Da un punto di vista morfologico si evidenzia una
ipertrofia ventricolare sinistra. La miocardite è rara, da un punto
di vista clinico. Per quanto concerne le valvole cardiache, fino al 15%
dei pazienti presentano all’indagine ecocardiografica nodulazioni
(Libmann-Sacks) alla valvola mitrale e/o aortica; queste possono associarsi
a rigurgito della volvola medesima (soprattutto mitrale). La presenza
di anticorpi anti-fosfolipidi accresce tale rischio. La valvulopatia tende
a esporre questi soggetti al rischio di endocardite (può essere
utile proporre una profilassi antibiotica in determinate condizioni).
La pericardite lupica è frequente (dal 20 al 50% dei pazienti affetti
da LES), si associa ad una scarsa effusione e tende a non mostrare i tipici
segni elettrocardiografici (particolarità).
SCLEROSI SISTEMICA
L’interessamento cardiaco può essere secondario a ipertensione
arteriosa, insufficienza renale o interstiziopatia polmonare; tuttavia
è stata descritta una forma primitiva, che sarebbe dovuta al vasospasmo
reiterato delle piccole arterie intramiocardiche (la somministrazione
di nifedipina per os sembrerebbe poter migliorare il quadro clinico).
Tale disfunzione può interessare sia il ventricolo di destra che
quello di sinistra. Il sistema di conduzione cardiaco è spesso
alterato (fibrosi) in tali pazienti: questo comporta un rischio maggiore
di tachiaritmie. Esiste un rischio maggiore di pericardite (primitiva
o secondaria ad insufficienza renale).
SPONDILITE ANCHILOSANTE
L’aortite si caratterizza per ispessimento e irrigidimento della
radice aortica, con estensione al setto inter-ventricolare: ne può
risultare una insufficienza della valvola aorta (dal 5 al 13% dei pazienti)
e disturbi di conduzione (blocco atrio-ventricolare e blocchi di branca).
Lo stato infiammatorio, in associazione con gli altri fattori di rischio
cardiovascolare, può favorire l’insorgenza di aterosclerosi
(come già osservato nelle altre patologie reumatiche). La disfunzione
miocardica nei pazienti affetti da spondilite anchilosante è prevalentemente
di natura diastolica (meccanismo non noto).
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